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La
collina dei ciliegi
(Battisti-Mogol)
E se davvero tu vuoi vivere una vita luminosa e
più fragrante
cancella col coraggio quella supplica dagli occhi
troppo spesso la saggezza è solamente la prudenza più stagnante
e quasi sempre dietro la collina è il sole
Ma perché tu non ti vuoi azzurra e lucente
ma perché tu non vuoi spaziare con me
volando contro la tradizione
come un colombo intorno a un pallone frenato
e con un colpo di becco
bene aggiustato forato e lui giù giù giù
e noi ancora ancor più su
planando sopra boschi di braccia tese
un sorriso che non ha
né più un volto né più un'età
e respirando brezze che dilagano su terre senza limiti e confini
ci allontaniamo e poi ci ritroviamo più vicini
e più in alto e più in là
se chiudi gli occhi un istante
ora figli dell'immensità
Se segui la mia mente se segui la mia mente
abbandoni facilmente le antiche gelosie
ma non ti accorgi che è solo la paura che inquina e uccide i
sentimenti
le anime non hanno sesso né sono mie
Non non temere tu non sarai preda dei venti
ma perché non mi dai la tua mano perché
potremmo correre sulla collina
e fra i ciliegi veder la mattina che giorno è
E dando un calcio ad un sasso
residuo d'inferno e farlo rotolar giù giù giù
e noi ancora ancor più su
planando sopra boschi di braccia tese
un sorriso che non ha
né più un volto né più un'età
e respirando brezze che dilagano su terre senza limiti e confini
ci allontaniamo e poi ci ritroviamo più vicini
e più in alto e più in là
ora figli dell'immensità
BACK TO THE TOP
Ma è un canto brasilero
(Battisti-Mogol)
Io non ti voglio più vedere
mi fai tanto male con quel sorriso professionale
sopra a un cartellone di sei metri
od attaccata sopra a tutti i vetri.
Non ti voglio più vedere cara
mentre sorseggi un'aranciata amara
con l'espressione estasiata
di chi ha raggiunto finalmente un traguardo nella vita
Io non ti voglio più vedere sul muro davanti ad un bucato
dove qualcuno c'ha disegnato pornografia a buon mercato
Oh no non ti voglio vedere intanto che cucini gli spaghetti
con pomodori peso verità tre etti
mentre un imbecille entrando dalla porta
grida un evviva con la bocca aperta
Col dentifricio pure trasparente
dove ti fanno dire che illumina la mente
e mentre indossi un super super super reggiseno
per casalinga tutta veleno.
E mentre parli insieme a una semplice comparsa
vestito da dottore, che brutta farsa!
Ti fanno alimentare l'ignoranza
fingendo di servirsi della scenza! Oh no!
Ah ma è un canto brasileiro
Ah ma è un canto brasileiro
Ah ma è un canto brasileiro
Ah ma è un canto brasileiro
Eppure non sei meno bella in casa senza cerone
non dico che sei una rosa sarei un trombone
ma ti vorrei vedere qualche volta in bikini
senza sfondi di isole lontane e restare un po' vicini
Io ti vorrei vedere mentre cogli l'insalata dell'orto
che vorrei aver coltivato prima di essere morto
Oh no! Anche se guadagni centomila lire al giorno
non ti puoi scordare che la vita è andata e ritorno
Oh no, no oh no
Non ti voglio vedere i giorni e le sere
ti capirò se un altro uomo un giorno vorrai
ma consumare la tua vita così non puoi.
Non puoi partecipare a quella storia
dove racconti che la benzina quasi quasi quasi purifica l'aria
sarà al mentolo l'ultima scoria!
Fotografata insieme a dei bambini
che affidi al fosforo dei formaggini!
Ah ma è un canto brasileiro
Ah ma è un canto brasileiro
Ah ma è un canto brasileiro
Ah ma è un canto brasileiro
BACK TO THE TOP
La
canzone della terra
(Battisti-Mogol)
Al ritorno dalla campagna, al ritorno dalla
campagna,
prima cosa voglio trovare il piatto pronto da mangiare
e il bicchiere dove bere; (prima cosa voglio trovare il piatto
pronto da mangiare
e il bicchiere dove bere)
Al ritorno dalla campagna, al ritorno dalla campagna,
seconda cosa voglio parlare di tutte le cose che ho da dire
e qualcuno deve ascoltare; (seconda cosa voglio parlare di tutte
le cose che ho da dire
e qualcuno deve ascoltare.
Donna mia devi ascoltare! Donna mia devi ascoltare!)
Terza cosa quando ho finito presto a letto voglio andare, subito
a letto voglio andare!
(Na na na
subito a letto voglio andare!)
E fra la seta della carne tua mi voglio avvolgere fino a mattina
mi voglio avvolgere fino a mattina
e donna senza più nessun pudore puledra impetuosa ti voglio
sentire
io dolce e impetuosa ti voglio sentire.
Al risveglio alla mattina
quando il gallo mi apre gli occhi alle quattro di mattina
prima cosa polenta a fette e nell'aria voglia sentire il profumo
del caffelatte.
Al risveglio alla mattina. Al risveglio alla mattina.
Seconda cosa acqua e sapone fatto tutto molto presto
colazione dentro al cesto!
E poi la vanga la terra e il sole l'ombra del pino è quel che ci
vuole
e il desiderio che sale al ritorno
dopo che ancora rimuore il giorno
dopo che ancora rimuore il giorno.
Il
nostro caro Angelo
(Battisti-Mogol)
La fossa del leone
è ancora realtà
uscirne è impossibile per noi
è uno slogan falsità
Il nostro caro angelo
si ciba di radici e poi
lui dorme nei cespugli sotto gli alberi
ma schiavo non sarà mai
Gli specchi per le allodole
inutilmente a terra balenano ormai
come prostitute che nella notte vendono
un gaio un cesto d'amore che amor non è mai
Paura e alienazione
e non quello che dici tu
le rughe han troppi secoli oramai
truccarle non si può più
il nostro caro angelo
è giovane lo sai
le reti il volo aperto gli precludono
ma non rinuncia mai
cattedrali oscurano
le bianche ali bianche non sembran più
Ma le nostre aspirazioni il buio filtrano
traccianti luminose gli additano il blu
Le
allettanti promesse
(Battisti-Mogol)
Perché tu non vieni insieme a noi
in paese fra la gente insieme a noi
in quella cascina così solo cosa fai
La domenica la messa finalmente sentirai.
No non mi va preferisco restare qui
ho la vacca ed il maiale non li posso abbandonar così
pompar l'acqua del canale poco fieno nel fienile troppo da fare
prepararmi da mangiare un'occhiata sempre all'orto
quando è sera stanco morto mi diverto solamente a dormire.
Sì ma non è vita questa qua
se ti compri il vestito della festa
chissà potresti anche far girar la testa
e se poi non ci riesci
appena fuori dal paese c'è la giostra.
No non mi va preferisco restare qua
io in paese ci ho vissuto già qualche mese
se di notte fai un passo con la lingua
che è un coltello ti tagliano gli abiti addosso
e se parli a una ragazza che è già stata fidanzata
loro ti mettono due timbri: ruffiano e prostituta
e se qualcuno non difende i suoi interessi con le unghie e con i
denti
è degradato ad ultimo dei fessi per non dire degli impotenti.
Avrai anche un dancing per ballare
e poi un biliardo per giocare
avrai un'osteria dove tu puoi bere
e poi il televisore da guardare,
potrai anche peccare se lo vuoi!
No non mi va molto meglio restare qua ,
no non voglio entrare in mezzo all'invidia e la perfidia
non voglio stare a duellar fra gelosie sporche dicerie
e bigottume delle dolci e care figlie di Maria
e la politica del curato contro quella della giunta
tutti lì a vedere chi la spunta
e sorrisi e compremessi e fognature dentro i fossi
no no io non ci sto
no no io non ci sto
Io non posso parlare solo di calcio e di donne
di membri lunghi tre spanne non posso parlare
di tutte le corna del droghiere
e dell'ulcera duodenale del padre del salumiere
non posso parlare
Potrai avere un giorno anche dei figli!
Per farli diventar così preferisco alleva vitelli e conigli!
Io
gli ho detto no
(Battisti-Mogol)
Ma io gli ho detto no
e adesso torno a te
con le miserie mie
con le speranze nate morte che
io non ho più il coraggio
di dipingere di vita
a cercar calore un'altra volta
ancora fra le braccia tue
scordando il già scordato
color di mille lire.
Ma io gli ho detto no!
E adesso resta no!
Anche se chi paga di più sei tu
dolcissima mia madre - amica - sposa e donna mia,
orgoglio e poi
vergogna di me stesso.
Ma io non vado via!
Prendi fra le mani la testa
(Battisti-Mogol)
Due scarpe tu ce l'hai,
due scarpe tu ce l'hai,
puoi andare dove vuoi,
puoi fare ciò che vuoi,
perché tu non lo fai?
Perché non te ne vai, perché?
Un cuore tu ce l'hai,
un cuore tu ce l'hai,
ma pensi troppo ormai,
non sai più quel che fai
Non sai più dove vai
e tutto gira intorno a te.
Prendi fra le mani la testa
e non girerà;
prendi fra le mani la testa
e non girerà;
Dura poche ore la festa,
dopo finirà
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Questo
inferno rosa
(Battisti-Mogol)
Non ferirmi no, non fermarlo mai più.
I baci tranquillizzanti mi buttano giù.
Tu vuoi mostrare a tutti l'amore che c'è fra noi,
una medaglia al valore che da sola tu dai.
Adesso che hai una casa un uomo e una reputazione,
padrona, padrona anche del tuo padrone.
vorresti che ti seguissi nel goder con distinzione
di tutti i frutti della vita quasi quasi compresi quelli colti da
altre dita
No non sei più tu
E la memoria impertinente mi riporta là
a una ragazza tra la gente smagliante di libertà.
Le parolacce le risate le corse e poi tu mia
se fossi un altro uomo direi: poesia.
E quando con un salto tu sei piombata tra le braccia mie
ti sei spogliata senza trovar né scuse né bugie
e quando per scherzo dissi "Quanto vuoi?"
Tu rispondesti seria "L'amor che puoi!".
La disinvoltura che adesso tu hai
ha come radici gli spiccioli miei.
Le mura di un castello hai alzato intorno a noi
e olio bollente sugli altri getti ormai
scegliendo i nostri amici un computer diventi per l'occasione
e chi hai scordato per te è un barbone
mi offri la tua fedeltà su un piatto decorato di mille
attenzioni
come dire "hai comprato e ora godi le tue prigioni!"
Vola la mia mente a qualche anno fa
a una esplosione dirompete di vitalità
a quando per punire quel moralista dell'ultimo piano
tu improvvisamente gli mostrasti il seno!
E quando ancor piangendo per l'emozione tu
cantando Fratelli d'Italia gridasti non ti lascio più
e la violenza con la quale mi abbracciasti un giorno,
un giorno quando non conoscevo questo rosa inferno.
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